San Fermo, in scena lo spettacolo ispirato a Nagai

Sabato 29 marzo, il Teatro degli Scarrozzanti porta all’Auditorium “Nagai. L’uomo che portò la pace a Nagasaki”
Sabato 29 marzo, alle 21, presso l’Auditorium comunale di San Fermo della Battaglia, in via Lancini 5, andrà in scena Nagai. L’uomo che portò la pace a Nagasaki, spettacolo teatrale tratto dagli scritti di Takashi Paolo Nagai, una produzione Teatro degli Scarrozzanti su testo di Romeo Pizzol e musiche originali di Marco Simoni.
La guerra, lo scoppio della bomba atomica, la morte dei propri cari, devastazione ovunque, tutto in cenere… Come può un uomo continuare a vivere? Come ricostruire i luoghi fisici e i luoghi dell’animo di un popolo profondamente ferito? Domande di ieri e di un oggi ancora segnato da tragedie in molte Regioni del mondo.
Tutto questo sarà al centro dello spettacolo teatrale Nagai. L’uomo che portò la pace a Nagasaki, proposto dal Centro culturale Paolo VI, con il patrocinio della Comune di San Fermo della Battaglia: cinque attori, Andrea Carabelli, Matteo Bonanni, Adriana Bagnoli, Diego Becce, Giacomo Zof, e la cantante d’opera Yukiko Aragaki, per la regia di Massimo Morelli e di Giovanni Belletti, portano in scena la storia del medico radiologo giapponese Takashi Paolo Nagai, sopravvissuto alla bomba atomica di Nagasaki, sganciata il 9 agosto 1945, in cui perde l’adorata moglie Midori, grazie alla quale si era convertito al cristianesimo. Dopo lo scoppio della bomba Takashi organizza un campo di soccorso per curare i feriti, fino a quando, dilaniato dalla leucemia provocata dal suo lavoro, si ritira a vivere in povertà evangelica in una piccola capanna (il Nyokodo). Morirà qualche anno dopo, nel 1951, visitato continuamente da una folla di persone, sconosciute o note, come l’imperatore Hirohito o la scrittrice statunitense Helen Keller.
Durante le notti, ormai insonne, si era dedicato a scrivere oltre venti libri, pervasi di inviti alla pace e al perdono, libri che diventeranno anch’essi strumenti per ricostruire la città e rianimare la nazione prostrata, al punto da essere nominato eroe nazionale dall’imperatore.
Come dirà nei suoi scritti, «La sofferenza, accolta con amore, raffina il cuore dell’uomo e l’esperienza del buio rende più acuta la visione dello spirito».
Lo spettacolo rappresenta, inoltre, un esempio significativo di dialogo tra diverse culture: quella shintoista fatta di saggezza, di ritualità e di cura per il creato, in cui Nagai nasce; quella occidentale fatta di progresso scientifico, che lui come medico vuole contribuire a sviluppare; quella del cristianesimo, dal quale, grazie alle profonde certezze e all’amore verso il prossimo, attinge la forza per sostenere la tragedia e la speranza nel futuro.
Arricchiscono la rappresentazione i brani lirici eseguiti dal soprano Yukiko Aragaki, che impersona la moglie di Nagai, rendendo la musica un dolce fil rouge dell’intera vicenda.
Ingresso libero (fino ad esaurimento posti). In questa occasione, si raccoglieranno offerte a sostegno delle attività del Centro culturale Paolo VI.
Per informazioni: segreteria@ccpaolosesto.it