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La protesta dei motociclisti rimasti senza posti in centro a Como: il nostro reportage tra quelli soppressi

10 aprile 2025 | 17:05
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Vi portiamo alla scoperta di una rivoluzione della sosta a ridosso del centro. E si moltiplicano le mail in redazione dei possessori delle due ruote. Il dettaglio.

L’ordinanza è del settore opere pubbliche del comune di Como – servizio strade -. Poche settimane fa una ordinanza che sopprime diversi posti, quasi tutti quelli riservati alle moto, tra piazza Cacciatori delle Alpi, vicolo Zuccoli e aree adiacenti. Una decisione legata ai lavori, per conto dell’Amministrazione provinciale, di sistemazione dell’ex Provveditorato agli studi proprio in vicolo Zuccoli: tolti tutti i posti di fronte – ed erano oltre una decina per le moto – fino al prossimo anno. E ridisegno di alcune altre aree con stalli blu tra piazza Cacciatori e viale Varese. Qui i nostri video in presa diretta e di spiegazione del provvedimento.

Di fatto in redazione molte proteste di chi usa le due ruote ed era solito lasciare la moto in sosta qui. Ora si trova tutti i posti pressochè cancellati, come il nostro amico lettore Arturo (riportiamo la lettera integrale indirizzata a noi ed alla Polizia locale). Della “revisione” dei posti moto ne ha fatto le spese anche la zona di viale Lecco.

Como lì, 10/04/2025

Buongiorno,

mi chiamo Arturo Verì e lavoro in centro a Como a far data dall’ aprile 1986, prima al numero 1 di via Mentana, da dodici anni a questa parte in Via Volta al n. 65.

Sono proprietario di un motociclo che proprio ieri ha compiuto 26 anni, e in 49 anni di patente non ho mai preso multe, come potrete senz’altro verificare con i vostri sofisticati sistemi.

Arrivando da fuori Como uso la moto 12 mesi all’anno e non appartengo certamente alla categoria dei motociclisti da bella stagione.

Ho sempre parcheggiato la mia motocicletta negli appositi stalli del Passaggio dei Giardini di Ponente Luigi Zuccoli.

Questo almeno fino alla data del 24 marzo 2025, quando in loco ho rinvenuto chiari ed inequivocabili segnali di divieto di sosta 24 ore su 24, con  rimozione forzata.

Visto che la situazione, a mente dei citati cartelli, si protrarrà fino al Luglio 2026, mi sono preoccupato di trovare spazi e siti alternativi per il parcheggio della mia moto.

Considerato che in tutto Viale Varese (strada istituzionalmente dedicata al parcheggio) non esistono zone per la sosta di  motocicli e che la stessa situazione interessa anche via Cavallotti, ho pensato di lasciare il mio veicolo negli  slarghi situati tra gli alberi di Viale Varese, spazi che nessuno utilizza per camminare, né per altri motivi che mi siano noti.

In quella posizione ritenevo che la mia moto non potesse dare fastidio, o costituire intralcio od ingombro o pericolo od ostacolo alla circolazione pedonale, compresi eventuali se pur rarissimi incroci tra passeggini plurigemellari.

Le parti più esterne del mio veicolo infatti, non oltrepassavano mai la linea immaginaria tra i fusti dei due alberi vicini, lasciando intatto tutto quello spazio che effettivamente costituisce “marciapiedi”.

Evidentemente mi illudevo, visto che all’uscita dal lavoro ho trovato, infilata per benino in spazi ed interstizi che telaio e carena offrono ad occhi ben allenati, la mia brava multa per aver “lasciato il veicolo in sosta sul marciapiede”.

Tornato sui miei passi, potevo verificare che nel Passaggio dei Giardini di Ponente, in quella stessa mattina (come del resto in tutte le precedenti e le successive), e nello stesso orario erano tranquillamente posteggiate moto e scooters in grandissima quantità, alcune legate proprio ai paletti del “divieto di sosta”, con un’impressione generale di disordine e caos che faceva male agli occhi ed al cuore.

Nessuno di questi veicoli, che presentavano i medesimi interstizi ed appigli del mio, aveva ricevuto il medesimo e poco gradito omaggio, malgrado la distanza tra gli uni e l’altro non superasse i 70 metri.

Con l’evidente paradosso che proprio il mio innato ed insopprimibile rigore nel rispettare leggi ordini regolamenti e a volte anche semplici e poco educati consigli, fosse divenuto la fonte principale dei miei guai, in una drammaturgia primaverile degna di un romanzo Kafkiano.

Tutto questo accadeva nella giornata del 04/04/2025, e grazie allo strumento che in assoluto più odio al mondo ed a cui sono veramente poco avvezzo, ho documentato passo dopo passo il racconto con il quale oggi mi permetto di annoiarvi.

Non voglio chiedere l’annullamento della mia multa (a questo eventualmente penserà un Giudice), né tantomeno imporre che vengano sanzionati i miei sventurati colleghi motociclisti che continuano a parcheggiare nel più conclamato dei divieti di sosta, o sul più che intasato marciapiede di via Cavallotti o altrove nei posti più impensati ed a volte veramente “fastidiosi”.

In questo caso infatti la parità di trattamento – cui comunque dovrebbe ispirarsi ed attenersi l’attività amministrativa – non migliorerebbe il mio status e mi affliggerebbe forse ancora di più.

Nemmeno voglio coltivare una donchisciottesca battaglia collezionando multe (proprio ieri ne ho trovata un’altra!) o chiamando iene e gabibbi vari (unici personaggi che sembrano riescano a farsi ascoltare nel nostro sciagurato paese)

L’unico scopo di questo sfogo, l’unica richiesta che lo stesso sottende è conoscere in anticipo dove sia possibile – in un raggio compatibile alla mia sede lavorativa – lasciare in sosta la mia vecchia, stanca, sbuffante, amata sorella a due ruote.

E se non sia il caso di trovare per lei e le sue più giovani e performanti compagne spazi e stalli adeguati, dopo la soppressione sine die degli unici che avevano a disposizione.

Resto in trepida attesa, sperando che nel frattempo le multe non superino il valore economico della mia moto

                                                                              Arturo Verì