“Giancarlo SanGregorio una passione primitivista” per i 100 anni dalla nascita dell’artista e collezionista

16 aprile 2025 | 15:30
Share0
“Giancarlo SanGregorio una passione primitivista” per i 100 anni dalla nascita dell’artista e collezionista
“Giancarlo SanGregorio una passione primitivista” per i 100 anni dalla nascita dell’artista e collezionista
“Giancarlo SanGregorio una passione primitivista” per i 100 anni dalla nascita dell’artista e collezionista

Il MUSEC Museo delle Culture, rende omaggio alla passione per le arti etniche di uno tra i più interessanti scultori italiani del secondo dopoguerra

Da oggi al prossimo 15 giugno il MUSEC, Museo delle Culture di Lugano, rende omaggio alla passione per le arti etniche di uno tra i più interessanti scultori italiani del secondo dopoguerra: Giancarlo Sangregorio (1925-2013), in occasione del centenario della nascita. L’esposizione Giancarlo SanGregorio una passione primitivistarende omaggio alla duplice identità dell’artista nato a Milano: scultore di grande sensibilità materica e raffinato collezionista.

Nello Spazio Tesoro di Villa Malpensata una tela dell’artista è accostata a due maschere della Nuova Guinea, acquisite in uno dei numerosi viaggi di SanGregorio. Il suo interesse per l’arte etnica, infatti, è stato parte integrante di un dialogo profondo con la materia e le sue energie, un confronto che si riflette direttamente nella sua opera.

La relazione con l’arte etnica
Diversamente da molti artisti del Novecento che hanno direttamente assimilato elementi stilistici dell’arte africana e oceanica, Sangregorio ha elaborato un rapporto con il «primitivo» più meditativo e interiore. La materia non è plasmata in modo arbitrario, ma è lasciata libera di esprimere la propria energia interiore come se fosse rivelata. L’artista, in questo senso, sembra porsi in ascolto della pietra, del legno o del metallo, lasciando emergere forme primigenie.
L’idea dell’arte come tramite tra l’essere umano e il sacro, così radicata nelle culture tradizionali, trova una risonanza contemporanea nelle opere di Sangregorio. Pur essendo pienamente inserite nel linguaggio della modernità, le sue sculture evocano la funzione arcaica dell’arte come canale di manifestazione di forze invisibili e come strumento di connessione con una dimensione «altra». Proprio in questa concezione risiede la profonda influenza dell’arte etnica sulla sua ricerca: non nella ripresa di stilemi specifici, ma nella condivisione di un orizzonte esistenziale e spirituale.

Per Sangregorio, essere artista e collezionista significava instaurare un dialogo con gli oggetti raccolti, osservarli e penetrarne il senso più profondo. La sua collezione di arte etnica (principalmente dall’Africa sub-sahariana e dall’Oceania) può essere considerata un archivio vivo di forme e di simboli, un repertorio di suggestioni materiche e spirituali che alimentavano la sua poetica scultorea. Essa rappresenta non solo la testimonianza del suo interesse per le culture non occidentali, ma anche un riflesso del suo stesso linguaggio artistico, in cui il «primitivo» non è una fonte da replicare, bensì una chiave d’accesso a una dimensione universale dell’arte.

Le opere esposte
Una chiave di lettura significativa per comprendere il suo rapporto con l’arte etnica è offerta dalle due maschere kavat del popolo Baining della Nuova Britannia, un’isola al largo della Nuova Guinea, provenienti dalla sua collezione. Le maschere, raffiguranti lo spirito della biforcazione dell’albero, erano impiegate sia in rituali tenuti di notte intorno a un grande fuoco sia nel contesto di cerimonie d’iniziazione; si caratterizzano per l’uso di materiali leggeri e deperibili come la corteccia battuta e i pigmenti naturali. La loro funzione è profondamente legata al contesto soprannaturale che evocano: non si tratta di oggetti destinati alla contemplazione estetica, ma di strumenti performativi che danno corpo a una dimensione spirituale che si incarna nel movimento e nel fuoco.

L’opera in tecnica mista Figure-archetipi, realizzata dall’artista negli anni Ottanta, è una sintesi che traspone al meglio la sua ricerca. Già nel titolo si intuisce la volontà di riflettere sulle forme originarie e sulle strutture universali dell’immaginario umano. Il termine «archetipi» rimanda alla teoria junghiana dell’inconscio collettivo, secondo cui esistono immagini ancestrali comuni a tutte le culture. Sangregorio, con ogni probabilità, vedeva nelle arti etniche una manifestazione concreta di tali archetipi, che egli traduceva poi in una propria sintesi scultorea.
Una pubblicazione con testi di Nora Segreto, ricercatrice del MUSEC, accompagna la lettura delle opere d’arte esposte.

Giancarlo SanGregorio una passione primitivista
Giancarlo Sangregorio nacque il 20 aprile 1925 a Milano. Sul finire degli anni Quaranta frequentò i corsi dell’Accademia di Brera: le sue prime opere intagliate nel legno, riconoscibili per il carattere figurativo, fondono immagini archetipiche e sacrali con personificazioni della vita quotidiana. Si può già cogliere l’attrazione dell’artista per le culture e le civiltà arcaiche ed extra-europee, delle cui opere sarebbe diventato un fine collezionista.
Negli anni immediatamente successivi, durante un soggiorno sulle Alpi Apuane e un periodo di lavoro trascorso a Viareggio, Sangregorio incontrò la ricchezza e la varietà della pietra. Un fare scultoreo sempre più espressionistico palesava una spiccata sensibilità contemporanea che fa pensare a Constantin Brâncuși, ma anche alle opere del giovane Henry Moore e di Fritz Wotruba. Prestissimo la critica si interessò al suo lavoro facendolo entrare a pieno titolo tra le personalità di spicco del panorama della giovane scultura del tempo: dopo un decennio di mostre personali e collettive di successo, in Italia e all’estero, già nel 1964 partecipò alla XXII Biennale di Venezia.
Verso la fine degli anni Sessanta si impose agli occhi di tutti la cifra che lo renderà per sempre riconoscibile: la simbiosi. Le opere di Sangregorio nascono dall’incastro tra pietre e legni, tra mondo minerale e mondo vegetale; emergono dal dialogo con la natura e dalla contemplazione tanto delle sue grandi linee armoniche quanto delle sue forze intrinseche di attrazione e repulsione.

L’artista ha vissuto e lavorato a Sesto Calende (Varese) dal 1959 fino alla sua scomparsa. La sua casa-atelier oggi è sede della Fondazione omonima, da lui voluta per sostenere e divulgare la propria opera. Le sue sculture, custodite in collezioni private e pubbliche, italiane ed estere, sono state esposte in Francia, Jugoslavia, Israele, Belgio, Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Messico, Argentina e in Italia nelle maggiori città d’arte. Numerosi sono anche i monumenti in diverse città europee.

Giancarlo SanGregorio una passione primitivista

Riunite sotto il titolo Giancarlo Sangregorio (1925-2025). 100 anni. La pietra il legno i luoghi, le celebrazioni del centenario promosse dalla Fondazione Sangregorio intendono ricordare e valorizzare il lungo percorso creativo dell’artista, invitando il visitatore a scoprirne le opere e le collezioni nei luoghi che durante la sua vita sono stati centrali. Una rete di percorsi urbani ed extraurbani, nazionali e internazionali, facilmente individuabili grazie a una applicazione gratuita, dinamica e intuitiva, pensata per guidare, ma anche per informare e coinvolgere il pubblico, trasformando la scoperta artistica in un’esperienza di connessione con il paesaggio e con il tessuto cittadino, in un dialogo continuo tra arte, natura, materia e scorci meravigliosi.
www.fondazionesangregoriogiancarlo.it/giancarlo-sangregorio-100-anni-1925-2025/

musec sangregorio

Ideazione, realizzazione e promozione
MUSEC-Museo delle Culture, Lugano
Produzione
Fondazione culture e musei, Lugano
In collaborazione con
Fondazione Sangregorio Giancarlo, Sesto Calende (Varese)
Con il sostegno di
Città di Lugano; Repubblica e Cantone Ticino-Fondo Swisslos; Fondazione Ada Ceschin e Rosanna Pilone, Zurigo
Catalogo
Fondazione culture e musei, Lugano

Orari di apertura MUSEC
martedì chiuso
lunedì, mercoledì, giovedì, venerdì: 11-18
sabato, domenica e festivi: 10-18

Informazioni: Tel. +41(0)58 866 69 60; info@musec.ch
Sito internet e social www.musec.ch museclugano Musec Museo culture Lugano