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Laura Negretti e Diego Paul Galtieri in PLASTICAMARE, ispirato a Hemingway in un mare di plastica

24 aprile 2025 | 18:30
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Laura Negretti e Diego Paul Galtieri in PLASTICAMARE, ispirato a Hemingway in un mare di plastica
Laura Negretti e Diego Paul Galtieri in PLASTICAMARE, ispirato a Hemingway in un mare di plastica
Laura Negretti e Diego Paul Galtieri in PLASTICAMARE, ispirato a Hemingway in un mare di plastica
Laura Negretti e Diego Paul Galtieri in PLASTICAMARE, ispirato a Hemingway in un mare di plastica

Dal 26 aprile al 7 maggio quattro rappresentazioni di “Plasticamare” a Pianello Lario, Cermenate, Colico e Carimate

Come avrebbe scritto Ernest Hemingway il suo capolavoro “IL VECCHIO E IL MARE” se fosse vissuto oggi? Di quale mare e di quale pescatore avrebbe parlato? La compagnia Teatro in Mostra porta in scena, da qualche tempo, uno spettacolo sull’abuso, sulla violenza, lo svuotamento di mari e oceani, una mostruosità di fronte alla quale Hemingway, di certo, non sarebbe rimasto indifferente.
Quindi, ecco la decisione di prendere il suo romanzo “IL VECCHIO E IL MARE” e adattarlo per raccontare la lenta agonia dei mari, che rischia di essere il nostro suicidio come razza umana.

Si intitola “Palsticamare”, la regia è di Omar Nedjari e l’interpretazione, in più ruoli, di Diego Paul Galtieri e Laura Negretti. Nei prossimi giorni lo spettacolo teatrale va in scena sabato 26 aprile ore 21.00 a Pianello del Lario, Teatro casa del giovane, mercoledì 30 aprile ore 11.00 a Cermenate, Auditorium Comunale, giovedì 1 maggio ore 21.00 a Colico, Auditorium Ghisla e mercoledì 7 maggio ore 11.30 a Carimate, Auditorium Colosseo.

Nel libro di Hemingway  il tema di fondo è la profonda unione tra l’uomo e la natura qui rappresentata dal mare. Nel racconto del vecchio pescatore Santiago ci sono il coraggio, la voglia di riscatto, l’amicizia e l’amore, ma anche la nostalgia per il tempo andato e l’avvicinarsi ad un ineluttabile fine, tante tematiche care a Laura Negretti, direttrice artistica della compagnia teatrale che ha affidato a Marco Filatori il compito di scrivere una drammaturgia che, partendo dal romanzo hemingwayano, denunciasse i pericoli dei rifiuti plastici che inquinano i mari.

plasticamare teatro in mostra

Le considerazioni dell’autore Marco Filatori

Nel suo romanzo uno dei temi più forti, e tristemente inattuali, è il rapporto paritario tra il pescatore ed il mare. Un rapporto fatto di conoscenza e rispetto, non predatorio, consapevole e non con la rapacità della razzia indiscriminata dell’oggi. Non saccheggiando senza criterio ma ringraziando il mare ed il pesce che diventerà cibo e vita per molte famiglie.
Non a caso il mare come grande padre e la terra come grande madre sono stati ovunque tra le prime divinità dei popoli antichi: il mare per il pesce, la terra per il grano. Quella della pesca era un’attività quotidiana
non condotta con odio o prepotenza ma alla pari, rispettando ritmi interni e molto più antichi dell’uomo. Ne “Il vecchio e il mare” emergono con forza e chiarezza quasi profetica la dignità e coraggio del vecchio pescatore Santiago ma anche quelle del pescespada che lotta strenuamente per liberarsi. Una lotta epica ed equilibrata tra due esseri viventi in un rapporto di assoluto rispetto tra uomo e natura. Tutte cose che oggi non esistono più.

Dicevamo… la plastica. Le tristemente famose “ISOLE DI PLASTICA” sono otto e hanno dimensioni sconvolgenti. Una delle due presenti nell’Oceano Pacifico è stimata da un minimo di 700.000 km² fino a più di 10 milioni di km². Le dimensioni di Spagna e Portogallo assieme. E come questa ce ne sono ben altre sette negli oceani. Agglomerati di rifiuti plastici che le correnti hanno coagulato in isole. Quanti anni ci vorranno prima che tutti gli oceani ne verranno ricoperti?

Noi siamo certi che Hemingway non sarebbe rimasto indifferente a questa follia! Quindi abbiamo deciso di prendere il suo romanzo e di attualizzarlo tragicamente in una sorta di visione (premonizione?!) per raccontare quello che ci preme: la lenta agonia dei mari, che rischia di essere il nostro suicidio come razza umana. Questo avrebbe scritto Hemingway “se” fosse vissuto oggi.