Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica

10 marzo 2019 | 16:56
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Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica
Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica
Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica
Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica
Lunedì del Cinema: “Disobedience” l’amore non ammesso dall’ortodossia ebraica

Disobedience, uscito in sala a metà 2018 in sole 77 copie. poche per essere visto, è il film in programma l’11 marzo allo Spazio Gloria per la rassegna i Lunedì del Cinema. Il film diretto dal cileno Sebastián Lelio è tratto dal romanzo di Disobbedienza  firmato dalla scrittrice inglese Naomi Alderman,

Ronit, fotografa newyorkese di successo, rientra a Londra nella comunità ebraico-ortodossa dov’è nata dopo aver appreso, in modo piuttosto oscuro, la notizia della morte del padre, il rabbino Krushka. Siamo in autunno e una patina parzialmente trasparente avvolge l’intero quartiere – le case anonime, i cortili, gli interni, gli steccati, i prati e un grande albero dai rami nudi. In mezzo a questi uomini che trascorrono la vita studiando la Torah e i commenti alla Torah e le note ai commenti alla Torah, e alle loro donne adunche e imparruccate, il Tempo si è fermato per sempre. Non c’è traccia delle aperture attuate dall’ebraismo riformato. Si venera e rimpiange il ‘gigante della fede’ appena scomparso, celebrando lo Shabbat secondo regole restrittive e rituali millenari: la recita del Kiddush e della Havdalah, l’accensione delle candele, la preparazione di piccole coppe di vino. La parola Elohim viene pronunciata in tono quasi estatico, dimenticando che il suo significato primitivo è E-l hem, ‘la loro potenza’, segno di una molteplicità divina venerata nella terra di Canaan.

Ronit viene accolta con stupore, imbarazzo e addirittura ostilità. La fuggiasca, l’eretica, la difforme, la ribelle, colei che ha voltato le spalle al padre, agli amici, alla fede e al suo popolo per vivere fra igentiles. Fuma e non accetta di essere ridotta al silenzio dallo zio supponente e integralista, risponde alle critiche acide delle donnette con provocazioni taglienti. No, non è sposata, no non ha figli, no preferisce non togliere la sciarpa. Eppure soffre la perdita di un’identità che sente necessaria, soffre sotto gli sguardi di quelli che un tempo vedeva ogni giorno, sguardi aguzzi come pietre pronte ad essere scagliate contro l’immoralista sorpresa dal padre in intimità con l’amica Esti, diventata durante la sua assenza moglie del giovane rabbino Dovid.

Viene ospitata da Dovid, o meglio relegata, in una camera/soffitta angusta, dalle finestre impossibili da aprire, dentro la penombra di un malva smorto e deprimente. Sottratta agli sguardi, come si faceva una volta con i figli minorati, perché non gettassero vergogna sulla famiglia. I sentimenti però sfuggono a qualsiasi tentativo di controllo. L’attrazione fra Ronit ed Esti torna in superficie con rapidità, le due ragazze non riescono a non toccarsi, a non baciarsi. Come nel Cantico dei Cantici(citato nel film) l’amore diventa il punto di contatto fra senso simbolico e senso naturale, fra eros e metafisica. Ma i depositari del verbo e custodi della fede (e della morale) sono ovunque, spiano bramosi di avvistare e censurare il Male, additare la colpa, mettere alla gogna, lapidare con la foia cieca degli esaltati.

Una storia di omosessualità femminile da New York a Londra, dagli incontri occasionali e dalla mondanità della più eccitante metropoli del mondo al ritorno nella comunità ebreo ortodossa della periferia inglese. Proprio quella in cui la libertina Ronit Krushka, figlia del rabbino, è nata e cresciuta, quella da cui è scappata quando ha potuto, appena la libertà di scelta ha prevalso sulle imposizioni religiose, secondo cui una brava e fedele donna ebrea deve seguire i principi della Torah, sposandosi, pregando, procreando.

lunedì del cinema disobedience

Dopo Gloria e Una donna fantastica (premiato con l’Oscar), Sebastian Lelio in Disobedience prosegue il suo discorso sull’emancipazione femminile con una produzione internazionale per una storia d’amor proibito, perduto e poi ritrovato, che per esistere deve nascondersi dall’ortodossia di un credo e di un’educazione restrittiva e frustrante, per la quale attrazione fisica, autonomia femminile e omosessualità sono sinonimi di scandalo. Ormai adulte, Ronit ed Esti, amiche d’infanzia e amanti in adolescenza, si ritrovano per la morte di qualcuno a loro molto caro: non si tratta però di un vero lutto perché è il pretesto per riallacciare il legame con un sentimento reciproco interrotto, che la lontananza e il tempo hanno contribuito a tenere in vita ma che continua a essere considerato dalla comunità una trasgressione inaccettabile.

Spazio Gloria via Varesina – Como

11 marzo ore 21

DISOBEDIENCE

di Sebastian Lelio

Interpreti:  Rachel Weisz, Rachel McAdams, Alessandro Nivola, Cara Horgan, Dominic Applewhite

USA 2018

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 Ingressi: Intero 7€ – Ridotto 5€ (under 18 – over 65)

Le proiezioni sono riservate ai soci ARCI

Spazio Gloria via Varesina, 72