Il Teatro Franco Parenti propone il capolavoro di Molière partendo da quel Malato immaginario che agli inizi degli anni ‘80 irruppe nel teatro italiano. La storia del malato confinato è una sorta di limbo odoroso di unguenti e medicinali e accanto a lui, Tonina capace di amare il padrone secondo i suoi umori e subirne le invettive: la quotidianità tra immaginazione e nevrosi. Rappresenta le fragilità dell’uomo, la consapevolezza del disagio, del bisogno di difendersi dal mondo esterno e di fuggire le responsabilità dell’esistenza, con l’irreversibile condizione della perdita di fiducia in se stessi e nei propri simili.