Mostre: Alvaro Molteni e il mondo delle donne. Video

Date Evento
Dal 8 marzo al 29 marzo
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Ingresso

Evento concluso

Inaugurata lo scorso 8 marzo la mostra delle opere al femminile dell’artista comasco. Aperta fino al 29 marzo con ingresso gratutito

Mostre: Alvaro Molteni e il mondo delle donne. Video

La pittura ha celebrato nei secoli, e continua a farlo, lo splendore della femminilità, nella perfezione del corpo, nella giovinezza, nel turbamento dell’eros. Ma ha ritratto  la donna anche nella sua individualità, nella sua umanità, nel suo essere completamento e sostegno della famiglia. Non solo corpo ma anche carattere.

“Un mondo di donne” è la mostra di opere dell’atista comasco Alvaro Molteni inaugurata venerdì 8 marzo allo spazio The Art Company di via Borgovico a Como. La mostra, curata da Luigi Cavadini, rimarrà aperta sino al 29 marzo dal lunedì al venerdì ore 15 – 18

I molti che hanno apprezzato l’arte di Alvaro Molteni (Como 1920-2015) troveranno in questa mostra l’occasione per sorprendersi osservando i molti modi in cui egli ha percorso la narrazione dell’universo femminile.

Alvaro Molteni

UN MONDO DI DONNE
tra arte applicata e arte libera

dall’ 8  al  29 marzo 2024

Orari: lunedì/venerdì ore 15.00 – 18.30
Sabato solo su appuntamento scrivendo a info@theartcompanycomo.it o chiamando il numero 335 8095646

Dalla presentazione di Luigi Cavadini

Nell’allestimento della mostra non è stata seguita una illustrazione cronologica, quanto piuttosto della destinazione delle immagini esposte. Innanzitutto ecco il mondo delle arti applicate con diverse declinazioni della figura femminile. La pubblicità da una parte dove ha saputo giocare raffinati “ritratti” riservando il bianco sulla stesura nera con pochi accenni di rosso che danno quel tocco di sensualità che non guasta. Il tessile dall’altra dove rappresenta – destinazione foulard – in una sorta di danza dalle reminiscenze futuriste ora una distesa di mondine di cui percepisci il capo chinato sotto il grande cappello ora delle improvvide sciatrici in libera caduta. Per poi gestire una danza vera con le ballerine che volteggiano leggere in ampio tutù di macchie nere, in primo piano quasi vogliano uscire da quello spazio o in una fila che, sullo sfondo rosso, vengono da lontano. E può ulteriormente stupirci quando, con gestione pop dell’immagine, inventa un paesaggio campestre con colori che non sono i suoi ma sono perfetti per una espressività dove figura e geometria convivono in armonia.

E, spostandoci nell’ambito di quell’arte libera che lo ha portato ad essere riconosciuto e apprezzato come pittore in ambito astratto-geometrico fin dai primi anni ’40 del secolo scorso, troviamo innanzitutto dei disegni a carboncino che indugiano a “scolpire” e accarezzare il volto della madre e il viso di Lidia, e due lavori a pastello e tempera che documentano la sua disposizione ad un ritratto che non si accontenta di una rappresentazione superficiale. Ma soprattutto ecco una serie particolare di opere in cui assistiamo al fluire di rossi e neri sul grande bianco del foglio per una “figuratività-fantasma” dove, con uno spirito che sembra rifuggire il reale, possiamo percepire il turgore di seni e le linee di corpi che invitano il fruitore attento a completare mentalmente la descrizione. L’uso di rosso, nero e bianco tra loro in dialogo è una caratteristica che ha attraversato la multiforme creatività di Molteni e che, oltre ad aver reso iconici alcuni manifesti progettati per il Cav. Antonio Ratti durante gli anni di stretta e proficua collaborazione, proprio qui raggiunge un valore espressivo assoluto.

mostra alvaro molteni

Alvaro Molteni nasce a Como nel 1920. Si forma alla Scuola d’Arti e Mestieri “Gabriele Castellini” e durante gli ultimi anni scolastici lavora come apprendista nello studio del pittore P. Persicalli. Ottenuta la qualifica di disegnatore professionale, passa allo studio Sala e Galli, dove conosce Aldo Galli. Lavora subito dopo nello studio di Carla Badiali e inizia a frequentare con sempre maggiore assiduità Manlio Rho, sviluppando la propria formazione artistica sotto la guida dei grandi astrattisti comaschi. Attivo dunque nella ricerca artistica fin dagli anni Quaranta, si propone al pubblico soltanto nel 1983 con una personale, a cura di Luciano Caramel, alle Serre Ratti di Como cui fanno seguito numerose altre esposizioni e partecipazioni a pubblicazioni curate da critici del calibro di Luciano Caramel e Carlo Belloli. A testimonianza della sua contiguità con lo storico Gruppo di astrattisti comaschi, sue opere sono state inserite nella mostra Astrattismo storico italianoil caso Como, a cura di Luigi Cavadini, e nel volume Lo spazio armonico (2010) di Mario di Salvo. La sua produzione ha toccato vari aspetti delle arti visive, operando nell’ambito tessile, della grafica e della pubblicità, ed ha lasciato – documento di una lunga vita dedicata all’arte conclusa all’età di 95 anni nel 2015 – un importante segno nel campo dell’astrattismo geometrico e lirico.