Paolo Borghi – dalla pittura di paesaggio all’astrazione

Date Evento
Dal 9 novembre al 1 dicembre
Dalle 18.00 alle 00.00
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Ingresso

Evento concluso

Paolo Borghi – dalla pittura di paesaggio all’astrazione

Ricorre quest’anno il 35° anniversario della scomparsa di Paolo
Borghi, una delle figure di maggior rilievo della pittura comasca
della seconda metà del Novecento.
La mostra, promossa dal Comune di Cucciago e dall’associazione
“Intesa Culturale”, approfondisce il percorso pittorico di Borghi,
iniziato nel primissimo dopoguerra e conclusosi tragicamente nel
maggio del 1984. La circostanza ha offerto anche l’opportunità di
esaminare la sua ricerca plastica, di cui sino ad oggi si ignorava
l’effettivo rilievo e la precisa localizzazione delle opere.
Nato a Cucciago nel 1925, con la sua ricerca Borghi ci invita a
riflettere sulla realtà quotidiana attraverso l’osservazione della
molteplicità delle sue forme, che egli raffigura nella loro essenzialità.
Oggetto della sua ricerca sono aspetti minimi, colti nella ristretta
visualizzazione del dettaglio: un muro, lo scorcio di una casa, il
ramo di un albero, una ciminiera, un campo arato, un interno
domestico. Anche il mondo più complesso si può ricondurre alle
semplici forme che lo compongono.
Con questo modo di porsi Borghi diviene il sofferto testimone della
trasformazione di questi angoli di Brianza: osservatore solerte e
interprete accorato della disordinata espansione urbana.
Registrando la rottura di questi equilibri, egli tenta di opporvisi con
gli strumenti che ha a disposizione, e con quelli procede nella
ricerca di nuovi equilibri formali. Attraverso la combinazione di
questi semplici elementi sembra indicarci la via per ritrovare quella
misura che la città storica ha sempre saputo indicare in modo
compiuto.
Borghi sa rendere memorabili angoli, scorci, scampoli di orizzonte
che, senza la rielaborazione della pittura, avrebbero conservato la
loro generica evanescenza.
Attraverso questa sua misura impariamo a osservare quel
determinato paesaggio, quella visuale, quei colori come forse non
abbiamo mai saputo ravvisare sino a quel momento.
Per raggiungere questo risultato si avvale dei mezzi toni, dell’intera
gamma dei grigi, di tutte le tinte terrigne, i bruni, i bruciati, i castani;
fa ricorso ai verdi autunnali, ai gialli acidi l’impasto dei quali è
smorzato da ogni eccesso.
I paesaggi di Borghi sono raffigurati prima dell’esplosione estiva dei
colori più vividi, o più tardi, quando la luce autunnale tende a
uniformare tutti i toni, smorzandone l’intensità.
Allo stesso modo la sua pittura non presenta ombre; trova azione in
una luce uniforme non soggetta alle mutevoli oscillazioni delle ore
del giorno, in un’atmosfera rarefatta, uniforme e piatta.
Se davvero non vogliamo ridurre questo anniversario a una prassi
di pura circostanza, dovremmo finalmente iniziare ad approfondire
il suo lavoro.