Superstizione? “Non è vero… Ma ci credo” con gli Alba Teatro

Date Evento
Il 10 maggio
Dalle 21,00
Date Evento
Ingresso

Evento concluso

Il Teatro della Rosa di Albavilla chiude la stagione teatrale con la compagnia di casa in una divertente commedia in tre atti

Superstizione? “Non è vero… Ma ci credo” con gli Alba Teatro

Nata intorno al Teatro della Rosa di Albavilla “Alba Teatro” è una compagnia, relativamente, giovane che dopo il debutto nel 2013 ha messo in repertorio più o meno una produzione teatrale  all’anno; attori dilettanti, ma volonterosi di offrire al pubblico spettacoli ben fatti. Il prossimo sarà “Non è vero… Ma ci credo!” venerdì 3 maggio (con replica il 10 maggio), alle ore 21 sul palco del Teatro della Rosa.

La commedia in tre atti di Peppino De Filippo messa in scena dal regista Mario Calabrò racconta del commendatore Gervasio Savastano tormentato dalla superstizione; i suoi affari non vanno bene, arrancano faticosamente e lui sospetta che la colpa sia di un suo impiegato, Belisario Malvurio, cui attribuisce un influsso malefico: sarebbe, insomma, uno iettatore. Anche in famiglia ci sono problemi: sua figlia Rosina si è innamorata di un giovane impiegato, che il commendatore ritiene non all’altezza del rango borghese della ragazza.

All’improvviso, però, la fortuna sembra ricordarsi del commendator Savastano. Nell’azienda capita un giovane, Alberto Sammaria e, con il suo arrivo, gli affari cominciano di colpo ad andar bene. Anche la figlia del commendatore sembra aver ritrovato la serenità e il giovane di cui era perdutamente innamorata è diventato un lontano ricordo. Il fatto è che il novizio aziendale ha la gobba, una magnifica gobba beneaugurante, una gibbosità portafortuna, seconda la antichissima superstizione diffusa in tutta l’area mediterranea. Crudele per il titolare che la sopporta, costretto a subire il soverchio di toccamenti casuali, di carezze furtive, di occhiate sorridenti e ammiccanti alla sua deformità. Chi ricorda i lamenti di Rigoletto, buffone di corte che sopporta l’onere della sua tabe, sa di che cosa parlerebbe Sammaria se fosse libero di farlo. Ma non lo è e deve compiacersi della sordida felicità del datore di lavoro.

Gli affari, infatti, vanno a gonfie vele. Tutto sembra filare liscio, ma il diavolo ci mette lo zampino, e il diavolo di queste cose si occupa da tempi remotissimi: Alberto Sammaria confessa al commendatore di essersi innamorato di Rosina, e per questo motivo si sente costretto a dare le dimissioni. Il commendatore è disperato, ma troverà una soluzione: convincerà sua figlia a sposare Sammaria. Dopo qualche  traccheggiamento, la ragazza si arrende; ma un incubo turba i sogni del commendatore: che i suoi nipotini ereditino il difetto fisico di Sammaria. Il matrimonio si celebra, ma il commendatore non riesce a liberarsi dei suoi timori e avverte i giovani che è sua intenzione di invalidare le nozze.

Il lieto fine sorprendente non può mancare. L’autore ammicca, il grande Peppino occhieggia e sorride amaramente, ma sorride.

Biglietto ingresso 8 euro