Il teatro esiste e chiede un dialogo. Il flash mob dei lavoratori dello spettacolo di Como

15 giugno 2020 | 20:27
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Celebriamo il Teatro e soprattutto affermiamo la nostra Esistenza dicono i “Teatranti Uniti Como”, tutti presenti davanti al Teatro Sociale per un flash mob “spettacolare”. Sono i lavoratori dello spettacolo, teatranti, praticanti, simpatizzanti, ma anche spettatori, amanti del teatro e della cultura riuniti in un luogo simbolo della cultura, per dare un forte segnale alla città e alle istituzioni.

I teatri hanno riaperto ufficialmente da oggi, ma le regolamentazioni non consentono a tutti riaperture economicamente sostenibili. Inoltre il numero di lavoratori dello spettacolo che verrà coinvolto negli eventi sarà necessariamente ridotto. Si stima che il settore dello spettacolo, che impiega nel nostro Paese 145 mila persone generando oltre 8 mld di euro di ricchezza (ricerca di Symbola-Unioncamere del 2019), abbia perso finora circa 1,5 mld di euro.

Riaprire potrebbe sembrare la soluzione giusta ma con le attuali disposizioni di sicurezza tra sanificazioni, posti in sala drasticamente ridotti e distanziamento su palco in realtà diventa pressoché impossibile reggere i costi. Oltre a non permettere un sostentamento economico, cosa ancor più grave, non poter tornare tra la gente priva dell’essenza stessa di questo lavoro: l’incontro.
Per questi motivi, per la prima volta, l’intera comunità teatrale comasca è scesa in piazza per ricordare che il teatro esiste e chiede un dialogo.
Vuole dialogare con la cittadinanza per renderla consapevole dell’importanza e del ruolo della cultura e dell’arte nella vita di tutti. Spettacolo, intrattenimento, arte ma anche relazione, cura, tessuto sociale: il teatro diverte certo, ma anche alimenta la riflessione, educa al rispetto e al dialogo, crea comunità.

Interviste a Davide Marranchelli e Stefano Anoni, attori e promotori del flash mob

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